Skip to main content

“Nella tortura, Signore, serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare. Ti preghiamo, Signore, noi ribelli per amore”.

È una delle più note frasi di “Ribelli per amore”, la preghiera dei partigiani composta da Teresio Olivelli, partigiano cattolico – del quale è in corso la causa di canonizzazione ed è stato dichiarato Venerabile – morto il 22 gennaio 1945 nel lager nazista di Hersbruck. È la storia di un giovane che si accompagna a centinaia e migliaia di altre.
Il piemontese Gino Pistoni è stato uno dei più celebrati martiri cattolici della Resistenza, che fece parte delle formazioni garibaldine in Valle d’Aosta; o Aldo Gastaldi ‘Bisagno’, l’autorevole capo della banda Cichero (poi inquadrata nelle formazioni garibaldine) in Liguria; o ancora il padovano Luigi Pierobon, comandante della brigata “Stella” all’interno della divisione garibaldina “Ateo Garemi”, fucilato dai fascisti.

In Romagna il beato Alberto Marvelli, illustre esponente del movimento cattolico, fu protagonista degli anni della lotta di liberazione, proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 2004. Furono garibaldini Benigno Zaccagnini e Pietro Pironi, giovane dirigente della Giac nel riminese, poi giustiziato in Germania. In Umbria Antero Cantarelli, presidente diocesano della Giac di Foligno, comandò la 4a brigata garibaldina, nella quale militavano altri giovani cattolici della zona. In Veneto è fondamentale il ricordo del martirio dei fratelli Flavio e Gedeone Corrà, due giovani della campagna veronese, studenti di Azione Cattolica. Testimoni e martiri morti nel campo di concentramento di Flossenbürg.

E ancora altri personaggi per troppo tempo rimasti noti solo nell’ambito locale o a quello degli studiosi: preti come don Aldo Mei, don Giuseppe Morosini o don Pietro Pappagallo, oppure a donne di straordinarie capacità come Anna Maria Enriques Agnoletti.

Odoardo Focherini, padre Giuseppe Girotti e padre Placido Cortese, Giovanni Palatucci sono alcuni dei tanti esempi tra le tante vittime cristiane della propria generosità verso i perseguitati; oppure alcuni “Giusti tra le nazioni”, compreso un cattolico-fascista come l’ex podestà di Cagliari Vittorio Tredici.
Ovviamente l’impegno per la salvezza attraversò tutte le comunità cristiane: basti qui ricordare il nome del pastore Tullio Vinay.