Giorgio Vecchio (Università di Parma) intervistato da Paolo Acanfora – VIDEO
La Resistenza è stata, senza dubbio, un’esperienza composita, in cui le diverse forze politiche hanno elaborato e proposto modelli di democrazia molto diversi. La lezione-intervista di Giorgio Vecchio mette a fuoco alcuni punti nodali. Innanzitutto lo specifico contributo cattolico all’elaborazione democratica, con il ruolo preponderante ma non esclusivo della Democrazia cristiana. Da qui, ampi riferimenti alle radici del pensiero democratico cattolico e al tema della formazione della classe dirigente cattolica già negli anni del fascismo. Rilevanti sono stati anche i rapporti tra le democrazie cristiane europee, considerando le loro diversità. Due gli orientamenti principali: quello progressista di forze come il MRP francese, il PSC belga e, in parte, la DC italiana; quello conservatore della CDU tedesca, del partito popolare svizzero e di quello austriaco. La riflessione prosegue con uno sguardo alle diverse anime interne alla DC, in quanto espressione, nei primi anni del secondo dopoguerra, di diverse progettualità politiche e diverse idee di democrazia: dal gruppo maggioritario con la leadership di Alcide De Gasperi, alle minoranze sorte intorno a figure quali Giuseppe Dossetti e Giovanni Gronchi, passando per la componente sindacale di Giulio Pastore e la poco definita destra cattolica.