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Gennaio: A rinforzo dello schieramento alleato in Italia arrivano il Corpo di spedizione francese del generale A. Juin, e il II Corpo d’Armata polacco del generale W. Anders, per un totale di otto nuove divisioni. In Italia i tedeschi continuano a resistere sulla “Linea Gustav”, nonostante i pesanti bombardamenti alleati che distruggeranno, pressoché interamente, l’antica abbazia benedettina di Montecassino e gran parte della città di Cassino, causando la morte di molti civili.

8 – 10 gennaio: processo di Verona contro i gerarchi del PNF che avevano votato la destituzione di Mussolini nella famosa seduta del Gran consiglio del 25 luglio, Ciano, De Bono e altri vengono condannati a morte e giustiziati l’11 gennaio.

22 gennaio: la VI Armata USA comandata dal generale Lucas, sbarca ad Anzio (Operazione Shingle), alle spalle del fronte tedesco, ma lo sbarco non ebbe un esito positivo dal punto di vista strategico e la pronta reazione della XIV Armata tedesca del generale von Mackensen inchioda per mesi i 50.000 marines.

28 – 29 gennaio: Congresso dei partiti antifascisti a Bari, che si pronuncia a favore dell’immediata abdicazione del re e della convocazione di un’assemblea costituente alla fine della guerra.

18 febbraio: Nella RSI viene emanato il “bando Graziani” che punisce con la pena di morte i renitenti alla leva.

Marzo: URSS, GB, USA riconoscono il governo Badoglio.

1-9 marzo: le forze antifasciste aderenti al CLN (in particolare il Partito Comunista) proclamano ed attuano lo sciopero generale, che ha successo in tutto il nord Italia, specialmente nelle città del triangolo industriale (MI-TO-GE), fu l’unico grande sciopero dell’industria nell’Europa occupata dai nazisti. La reazione dei tedeschi e della polizia fascista fu durissima e centinaia di operai furono deportati in Germania.

13 marzo: “Svolta di Salerno”; Togliatti, appena rientrato dall’URSS, propone la formazione di un governo d’unità nazionale.

23 marzo: in Via Rasella i GAP romani attaccano un’intera compagnia del battaglione “Bozen”, causando la morte di 32 militari (un altro morirà in seguito alle ferite riportate). Il tenente colonnello Kappler esegue l’immediata rappresaglia su ordine diretto di Hitler: 335 cittadini (antifascisti, ebrei e cittadini comuni) vengono uccisi con un colpo alla nuca presso le cave di arena della Via Ardeatina (Fosse Ardeatine).

21 aprile: si forma il “governo dei sei partiti” (partito democristiano, partito socialista, partito comunista, partito d’azione, partito liberale, partito democratico del lavoro) presieduto da Badoglio, il primo gabinetto politico nato dopo la caduta del fascismo.

11 maggio: il generale britannico Harold Alexander scatena un attacco coordinato contro le truppe tedesche attestate sulla “Linea Gustav”.

18 maggio: le unità avanzate del II Corpo polacco prendono Montecassino. Le forze alleate dilagano oltre le linee da Cassino al Tirreno.

23 maggio: le truppe americane della VI Armata sfondano le linee ad Anzio. Il fronte si dirige verso Roma.

Giugno: si costituisce il Corpo Volontari della Libertà (CVL). In concomitanza con la liberazione di Roma e lo sbarco in Normandia, la guerriglia partigiana esplode in tutta Italia, mettendo in pericolo le vie di comunicazioni tedesche. L’inizio dell’estate corrisponde ad una crescita accelerata e tumultuosa della Resistenza. Le piccole bande partigiane diventano rapidamente grandi brigate, le azioni contro fascisti e tedeschi diventano innumerevoli e quasi giornaliere, nelle campagne si organizzano le Squadre d’azione partigiana (SAP) per proteggere i contadini dalle razzie tedesche.

4 giugno: Roma è liberata dalle forze della V Armata USA.

6 giugno: sbarco alleato in Normandia (Operazione Overlord), in breve le forze alleate, al comando del gen. Eisenhover liberano Cherbourg (27 giugno) e Caen (30 luglio) e penetrano il “Vallo Atlantico” la linea di difesa del territorio tedesco.

10 giugno: Badoglio viene costretto alle dimissioni al suo posto subentra Ivanoe Bonomi, diretta emanazione del Comitato di Liberazione Nazionale.

17 giugno: il feldmaresciallo Albert Kesserling dichiara la popolazione civile responsabile della presenza dei partigiani. I tedeschi e i fascisti italiani intensificano la tattica degli eccidi (per rappresaglia o meno) in tutti i territori occupati. L’uccisione per ritorsione, con modalità intimidatorie, di ostaggi e civili diviene pratica corrente.

24 giugno: a Palazzo del Pero cadono le prime dieci vittime delle nuove disposizioni di Kesserling.

25 giugno: il CVL per dare impulso alla lotta e superare i limiti di una guerriglia concentrata sui colpi di mano e i sabotaggi, emana una direttiva per pianificare un’offensiva di grande rilievo strategico. Tale ciclo operativo mirava all’occupazione di paesi e vallate da cui portare attacchi ai tedeschi e ai fascisti, mobilitando la popolazione a sostegno della guerriglia. Tra giugno e settembre le formazioni partigiane liberano molte zone dalla Valsesia al Fiuli, dall’Appennino emiliano a quello ligure. Nelle zone libere i provvedimenti di carattere politico amministrativo ed economico, fanno capo in un primo momento essenzialmente ai capi partigiani, successivamente nelle Langhe, nella Carnia, nel Monferrato, nella Valdossola, si costituiscono vere e proprie giunte comunali, legittimate dal popolo, che anticipano la creazione di organismi di governo sull’intera zona. Le zone libere, nonostante le condizioni oggettive d’estrema precarietà, rappresentano nelle loro espressioni più compiute la maturità raggiunta dal movimento partigiano, una maturità che si manifestava nella consapevolezza dei contenuti politici e sociali della lotta armata e nella traduzione concreta del rinnovamento della società in senso democratico.

1 luglio: comincia la militarizzazione del PFR, su ordine di Mussolini tutti gli iscritti tra i 18 e i 60 anni (poi allargati fino ai 14 anni) vengono inquadrati nelle Brigate Nere, formazioni militari ausiliari impegnate a fianco dei tedeschi nella lotta ai partigiani.

4 luglio: a Cavriglia le truppe tedesche ammazzano 73 persone.

23 luglio: le truppe americane entrano a Pisa.

Agosto: il fronte di guerra italiano si attesta sulla “Linea Gotica”; le formazioni partigiane che operano a ridosso del fronte compiono numerose azioni con attacchi a sorpresa ai capisaldi tedeschi. Le operazioni belliche degli Alleati sembrano risentire di due diverse strategie: per i britannici, impiegati sul fronte adriatico della Gotica, raggiungere Trieste era fondamentale, mentre per gli americani impegnati sul fronte tirrenico, lo sbarco previsto nella Francia meridionale richiese lo spostamento di sette divisioni dall’Italia; l’attacco alleato alla “Linea Gotica” non sempre venne condotto con chiarezza di obiettivi e coordinamento nella manovra, anzi, denota una non trascurabile confusione operativa.

12 agosto: a Sant’Anna di Stazzema reparti della 16a Divisione granatieri corazzati SS al comando del maggiore Walter Reder, massacrano 560 persone.

25 agosto: nel quadro dell’Operazione Olive l’VIII Armata GB supera il Metauro e avanza su di un fronte di circa 50 Km in direzione del Folgia. Inizia l’attacco alla “Linea Gotica”, un fronte di circa 280 Km e una profondità di 20, che correva da Pesaro a Massa con istallazioni difensive permanenti nelle aree costiere e collegamenti artificiali dei contrafforti naturali del lungo tratto montano dell’Appennino toscoemiliano.

30 agosto: sul fronte adriatico la 4a Divisione indiana effettua il primo attacco alla “Linea Gotica” nell’area di Tavoleto e Montecalvo. La difesa tedesca viene perforata in molti punti ma la resistenza delle truppe tedesche è accanita, solo dopo un’aspra battaglia a Coriano (13-14 settembre) la via è finalmente libera per avanzare verso Rimini ma a costo di numerose perdite.

Settembre-Novembre: la rappresaglia tedesca contro le forze partigiane è durissima, rastrellamenti ed eccidi (di cui sono protagonisti la Divisione alpina Monterosa, la San Marco, l’Armata Liguria) si intensificano in tutta la zona di retrovia della “Linea Gotica”, in pratica è coinvolta l’intera Italia settentrionale. In Veneto e in Friuli i rastrellamenti tedeschi investono prima l’altopiano di Asiago, il Consiglio, le vallate dei Lessini e del Chiampo, e successivamente il monte Grappa (Operazione Piave) e il Friuli orientale (Operazione Klagenfurt) dove reparti di SS e cosacchi infliggono pesanti perdite ai partigiani, bruciano interi paesi e compiono numerosi stragi. Particolarmente tragico l’esito del rastrellamento del Grappa che durò dieci giorni, condotto da reparti di polizia, della Luftwaffe e delle Brigate nere contro circa 1300 partigiani di diverse brigate che decisi a resistere ad oltranza, subirono gravissime perdite (300 caduti in battaglia, 171 tra impiccati e fucilati, e circa 400 deportati). Le azioni tedesche nell’Italia nord-orientale si intensificano, Kesserling tra l’8 e il 14 ottobre ordina un’altra settimana di lotta alle bande partigiane e nuovi rastrellamenti per assicurarsi il controllo delle vie di comunicazione. Sull’Appennino toscoemiliano, nei territori alle spalle della “Linea Gotica”, le truppe tedesche si scagliano contro le formazioni partigiane e la popolazione civile. Tra settembre e ottobre si moltiplicano gli scontri e gli eccidi; dalla Battaglia di Monte Sole (la Brigata Stella Rossa, una delle prime a compiere sabotaggi e attentati contro le forze tedesche, viene sgominata) alla strage di Marzabotto i reparti del battaglione del maggiore SS Walter Reder, si rendono protagonisti di una lunga e feroce catena di eccidi. Nella zona piemontese i rastrellamenti tedeschi coinvolgono le zone libere della Valdossola e delle Langhe; il 9 ottobre tedeschi e fascisti iniziano l’Operazione Avanti, protrattasi fino al 4 novembre, le formazioni partigiane della Valdossola, dopo aspri combattimenti, ripiegano in Svizzera e in Valsesia, seguite da migliaia di abitanti della zona. Nelle Langhe il 2 novembre tedeschi e fascisti riconquistano la città di Alba precedentemente liberata dalle forze partigiane il 10 ottobre (I ventitré giorni della città di Alba). Operazioni analoghe coinvolgono il Monferrato, il Genovese e l’Oltrepò.

1 settembre: Firenze viene liberata dalle forze partigiane. La liberazione di Firenze è una tappa decisiva della lotta partigiana perché segna il definitivo superamento delle posizioni attendiste e dimostra la capacità del CLN di organizzare e guidare l’insurrezione e il ritorno alla vita civile e democratica. La prova fornita dai partigiani nella liberazione della città, induce i comandi alleati a mutare il loro atteggiamento nei confronti della Resistenza con una prima utilizzazione di reparti organici di patrioti prima nel Casentino e in Versilia, e successivamente nelle Alpi Apuane e in Garfagnana.

21 settembre: Rimini è liberata dall’VIII Armata GB.

29 settembre: a Marzabotto la 16a Divisione granatieri corazzati delle SS del maggiore Walter Reder, supportate da guide fasciste e reparti delle Brigate Nere, uccidono 770 civili, in gran parte donne e bambini.

13 novembre: dopo mesi in cui l’iniziativa alleata in Italia ha perso progressivamente d’intensità il fronte alleato si attesta sulla “Linea Gotica”. Con il “Proclama Alexander” il comandante in capo delle truppe alleate nel Mediterraneo, feldmaresciallo Harold Alexander, annuncia la conclusione della campagna estiva contro la “Linea Gotica” ed invita gli aderenti alla resistenza armata a sospendere le azioni su vasta scala e attestarsi su posizioni difensive. Il contraccolpo militare e psicologico del proclama Alexander, diramato da Radio Italia Combatte, su un movimento partigiano già in difficoltà per il massiccio attacco tedesco, è notevole e provoca un momentaneo senso di sbandamento.

2 dicembre: il CVL invita tutti i comandi regionali a interpretare il proclama Alexander nel senso dell’apertura della campagna invernale: non si trattava di smobilitare ma di passare ad una nuova strategia in considerazione delle mutate condizioni belliche e climatiche (l’inverno 1944-45 fu particolarmente rigido, rendendo molto precaria la sopravvivenza, soprattutto delle formazioni partigiane di montagna).

12 dicembre: Bonomi forma il suo secondo governo senza gli azionisti e i socialisti, Togliatti vi ebbe la vice-presidenza. Questo governo resterà in carica fino alla liberazione totale del paese.

20 dicembre: 200 uomini delle 120a e 121a Brigata Garibaldi, attaccano il campo d’internamento di Gonzaga e liberano 350 prigionieri.

26 dicembre: il gabinetto Bonomi delega al CLNAI i pieni poteri nell’alta Italia, nel frattempo continua l’ondata di rastrellamenti nell’Italia settentrionale.