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Anche gli italiani conobbero gli eccidi in massa di interi paesi, le deportazioni, le torture, i campi di sterminio: gli eccidi di Ferrara, delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema, dei fratelli Cervi, sono altrettante tappe dolorose della dura esperienza vissuta dagli italiani tra il 1943 e il 1945.

Il Comitato di liberazione nazionale

Peso fondamentale nella organizzazione dello sforzo militare delle forze partigiane ebbe il Comitato di Liberazione Nazionale, cui aderirono i ricostituiti partiti antifascisti italiani (il partito comunista, socialista, liberale, azionista e democratico del lavoro, la democrazia cristiana), con l’obiettivo di coordinare la lotta armata nelle città, ove operavano i GAP (Gruppi di azione patriottica) e nelle campagne. Le forze partigiane vennero organizzate in un primo tempo in bande, ma nell’estate del 1944, venne creata l’unità militare della brigata, composta di qualche centinaia di uomini e suddivisa in battaglioni, distaccamenti e squadre. Le principali brigate furono la “Garibaldi” a prevalenza comunista, “Giustizia e libertà” del partito d’azione, “Matteotti” socialista, “Osoppo” e “Fiamme Verdi” cattoliche. Presenti anche formazioni composte da militari dell’esercito, da liberali e monarchici.

La liberazione dell’Italia centrale

Nell’Italia liberata vennero organizzate anche le truppe regolari del Corpo italiano di liberazione (CIL), che dal 13 ottobre 1943, con la dichiarazione di guerra alla Germania, combatterono contro l’esercito tedesco a fianco degli alleati. Dopo la liberazione di Napoli, grazie ad una insurrezione popolare (le cinque giornate) che costrinse i tedeschi alla resa (29 settembre), l’avanzata degli alleati si interruppe sul fronte di Cassino, ove i tedeschi avevano allestito una linea fortificata (la linea Gustav), che resistette a lungo e venne sfondata soltanto nel marzo 1944, con costi altissimi e con la distruzione della celebre abbazia benedettina. Il successo alleato apriva la strada verso Roma, che, dopo lo sbarco alleato ad Anzio, venne liberata il 4 giugno.

Il duro inverno 1944-45

Il 2 settembre 1944 gli alleati entravano in Firenze. Tuttavia, l’offensiva alleata si interruppe di nuovo a sud di Bologna di fronte ad un nuovo sbarramento difensivo tedesco, la “linea Gotica”, tra Cattolica e Viareggio, che fece crollare la speranza di una veloce conquista delle regioni settentrionali.

La liberazione del Nord

All’inizio di aprile 1945, venne lanciata una nuova offensiva alleata. Il 17 venivano sfondate le difese tedesche e il 21 Bologna veniva liberata. Contemporaneamente i partigiani insorgevano in tutto il Nord liberando molte città ancor prima dell’arrivo degli alleati: Modena venne liberata il 21-22 aprile, Genova il 23, Milano il 24-25, Torino il 26-27, Venezia il 28.

Il 28 aprile Mussolini, mentre tentava di fuggire in Svizzera, travestito da soldato tedesco, veniva catturato a Dongo e giustiziato, assieme alla sua amante Claretta Petacci, da un reparto di partigiani agli ordini del colonnello Valerio. I loro corpi, trasferiti a Milano vennero esposti a piazzale Loreto. Si trattò di uno spettacolo raccapricciante, ove ogni sentimento di umanità e di pietà venne travolto da un rancore profondo, animato da un senso della giustizia primitivo e violento.