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Cattolici, Chiesa e Resistenza: i testimoni, a c. W.E. Crivellin, Bologna, il Mulino, 2000 (courtesy of casa editrice Il Mulino)

 

Il volume, presentato da Gabriele De Rosa, raccoglie quarantasette interviste a persone impegnate in diverso modo e misura nella Resistenza, e accomunate dalla fede e dalla militanza cattolica. Il questionario-base delle interviste concerneva la situazione familiare e la formazione degli intervistati, le conoscenze, le informazioni e le immagini della politica recepite durante il fascismo, l’esperienza di guerra (dall’Etiopia alla guerra combattuta in Italia), le motivazioni, le modalità e gli sviluppi della partecipazione alla Resistenza, i sentimenti e le attese al momento della Liberazione e della Costituente, un bilancio personale della Resistenza dopo mezzo secolo. Sebbene il gruppo degli intervistati, comprendente tredici sacerdoti e sette donne, risulti alquanto limitato oltre che differenziato sotto il profilo sociale e professionale (peraltro con una prevalenza di persone entrate a far parte dei ceti dirigenti in senso lato, non esclusi alcuni futuri protagonisti della vita politica nazionale, come Paolo E. Taviani, Maria E. Martini, Ermanno Gorrieri, Giorgio Tupini, Ermenegildo Bertola, e lo stesso De Rosa), e i risultati delle interviste presentino un grado d’interesse disuguale, gli spunti che se ne possono trarre sono considerevoli. Ne emerge, in primo luogo, una grande varietà di itinerari e di motivazioni che portarono questi uomini e queste donne a operare nella Resistenza, e che nella maggior parte dei casi non appaiono rubricabili sotto categorie politiche; e, viceversa, una diffusa tendenza degli intervistati ad attribuire proprio all’esperienza resistenziale la maturazione di una coscienza politica, peraltro priva, o quasi, di raccordi con le precedenti tradizioni del “popolarismo”. Si nota, in secondo luogo, una notevole insistenza sulla natura nazionale e patriottica della Resistenza, come guerra di liberazione dai tedeschi e dai loro supini alleati “fascisti” della Repubblica Sociale, e un conseguente rifiuto generalizzato (ancorché diversamente argomentato) della categoria di guerra civile applicata alla Resistenza. Si percepisce infine, realmente, tra gli intervistati una cert’aura comune, e quasi un senso pacato, non esclusivo o polemico, di gruppo se non di appartenenza, collegato alla frequentazione di ambienti, di persone, di riti e di pratiche religiose, nonché a letture e riflessioni, contrassegnate da notevoli e talora impressionanti analogie. Per questo e per altri aspetti il volume costituisce una verifica non superflua, condotta attraverso squarci della memoria ancora molto ricchi di pathos (e da trattare con le dovute cautele sotto il profilo documentario), delle pregevoli ricerche promosse in precedenza dall’Istituto L. Sturzo, ora racchiuse in sei volumi dedicati al tema generale “Cattolici, Chiesa e Resistenza”.

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