La Sottoserie "Resistenza" 1933-1946
Istituto: ISTITUTO LUIGI STURZO Fondo: Guido Gonella Serie 2: Archivio di partito |
Documentazione pervenuta organizzata in fascicoli, sulla base di un'articolazione definita dallo stesso Gonella e conservati in forma autonoma in contenitori recanti sul dorso la sigla "P 1", corrispondente nel piano di classificazione dell'archivio Gonella alla voce "Resistenza" dell'Archivio di partito.
Consistenza:
44 fascicoli
Contenuto:
Raccolta documentaria a carattere miscellaneo, collocabile cronologicamente tra la metà degli anni '30 ed il 1946. Le carte pur nella loro frammentarietà testimoniano un periodo determinante della vita di Gonella, che coincide con l'intensa attività pubblicistica svolta come redattore di politica estera presso "L'Osservatore Romano", la nascita del sodalizio e della lunga collaborazione con Alcide De Gasperi e l'impegno politico nella neocostituita Democrazia cristiana. Gonella stesso nel ripercorrere le esperienze di questi anni, ricorda un primo periodo fatto di incontri, di studio e di approfondimento, anche attraverso la lettura di pubblicazioni, periodici e quotidiani stranieri reperibili grazie all'incarico presso "L'Osservatore Romano", attraverso i quali era possibile accedere all'informazione politica e seguire lo sviluppo del dibattito e le esperienze delle associazioni e dei movimenti cattolici europei. A questa fase formativa e di preparazione, ne seguì un'altra di più diretto impegno, durante la quale si cominciarono a porre le basi ed a programmare le linee della nuova DC.
Le carte conservate in forma autonoma dallo stesso Gonella sotto il significativo titolo di "Resistenza", riflettono l'intensa attività di questi anni e ne rappresentano una fonte inedita e privilegiata; la documentazione è costituita, prevalentemente, da relazioni, promemoria, elaborati, articoli in bozza, schemi e documenti programmatici, materiale propagandistico, bibliografie, appunti, riguardanti tematiche di politica interna ed internazionale, i rapporti tra Stato e Chiesa e la posizione della Santa Sede in occasione di controversie internazionali, il conflitto e la situazione politica nei paesi europei, la politica anglo-americana; ed ancora l'attività del partito, l'organizzazione del quotidiano "Il Popolo", il Comitato di liberazione nazionale, i programmi e l'operato di altri movimenti politici clandestini, le elezioni dell'Assemblea costituente. Da segnalare, inoltre, una articolata raccolta di quotidiani e pubblicazioni periodiche italiane e straniere, opuscoli e ritagli di stampa.
Ezio Franceschini (Strigno, 1906 – Padova, 1983) è stato un latinista italiano, specialista di letteratura latina medievale, oltre che rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Franceschini svolse un ruolo di primo piano nell'organizzazione della Resistenza tra il Veneto e la Lombardia, in collaborazione col suo maestro Concetto Marchesi (il cosiddetto “Gruppo Fra-Ma”), favorendo l'espatrio clandestino di numerosissimi ebrei da Milano verso la Svizzera.
Dal suo archivio personale, conservato presso la Fondazione Ezio Franceschini di Firenze, sono stati tratti e volumi con i documenti dedicati alla Resistenza. I tre volumi danno conto di questa esperienza di attività e riflessione civile.
- L'archivio di Ezio Franceschini sulla Resistenza. Regesto dei documenti, cura di Francesca Minuto Peri, Milano, Piemme, 1993, pp. XIV-338 + 8 tavv. f. t.
Si presenta il regesto dell’Archivio di Ezio Franceschini, conservato oggi presso la Fondazione, e che comprende oltre 1600 documenti che, per la gran parte, lo stesso Franceschini ebbe cura di annotare e, in seguito, di raccogliere e ordinare. Si tratta di materiali di diversa natura: lettere di corrispondenza con gli esponenti del Gruppo FRAMA (coordinato dal Franceschini stesso e dal suo maestro, Concetto Marchesi), minute di articoli, appunti autografi, bollettini di controspionaggio, manifestini di propaganda ecc.
- E. Franceschini, Uomini liberi. Scritti sulla Resistenza, a cura di Francesca Minuto Peri. Premessa di Francesco Margiotta Broglio, Milano, Piemme, 1993, pp. LVI-448 + 7 tavv. f. t.
Il volume raccoglie gli scritti ‘della clandestinità’ di Ezio Franceschini che, già professore di letteratura latina, all’età di 37 anni decise di consacrarsi alla lotta di liberazione insieme al suo maestro, Concetto Marchesi, comunista convinto e coerente. Ne deriva un quadro assai vivo che, oltre a testimoniare le complesse vicende politiche di quegli anni, illumina le profonde ragioni e tensioni di un fervente cattolico che si fece partigiano combattente della Resistenza antifascista
- L'archivio di Ezio Franceschini sulla Resistenza. Il carteggio del Gruppo Frama (1943–1945), a cura di Francesca Minuto Peri, Firenze, SISMEL • Edizioni del Galluzzo, 1998, pp. XXII-852
Il volume conclude il progetto originario della Fondazione Franceschini, volto a illuminare un capitolo della Resistenza italiana attraverso uno dei pochi archivi superstiti della corrispondenza clandestina di un gruppo combattente. Esso presenta la trascrizione integrale del carteggio intercorso fra i principali componenti del gruppo FRAMA (la sigla deriva dalle iniziali dei nomi di Franceschini e di Marchesi) lungo un triangolo ideale i cui vertici erano costituiti da Padova (Egidio Meneghetti), Milano (Ezio Franceschini) e Lugano (Concetto Marchesi, Giorgio e Wanda Diena). Il lavoro rispetta e riprende l’impostazione rigorosamente cronologica di Franceschini stesso, completandola e integrandola con tutte le lettere datate o databili conservate nell’archivio. I documenti scritti in cifra sono stati decodificati; i nomi di battaglia quasi sempre identificati
Fondazione Ezio Franceschini ONLUS
via Montebello 7, 50123 Firenze - Italia.
Tel. (+39) 055-2049749 Fax (+39) 055-2302832
www.fefonlus.it
di Paolo Acanfora
Il contributo dei cattolici alla resistenza è un tema complesso da sviscerare, che ha conosciuto una lunga stagione di studi – come è facilmente verificabile scorrendo la sezione bibliografica del sito – ma anche una difficoltà di riconoscimento e di legittimazione come oggetto storiografico.
La partecipazione minoritaria di bande esplicitamente democratiche cristiane o, più genericamente, cattoliche nella esperienza armata della guerra di liberazione ha portato ad una più complessiva sottovalutazione di questo contributo, spesso ridotto a poche figure significative. Si possono citare a titolo meramente esemplificativo i vari Paolo Emilio Taviani, Enrico Mattei, Giuseppe Dossetti, Giovanni Marcora, passando per i percorsi peculiari di un Teresio Olivelli. Itinerari biografici assai diversi ed anche per questo, in una tale ottica, difficilmente assimilabili ad una interpretazione univoca; tanto più considerando le diverse affiliazioni politiche di queste personalità negli anni della resistenza, con un mondo politico cattolico tutt’altro che unitario e in fase di definizione. Ciononostante, l’aggregazione dei cattolici in formazioni originariamente autonome come le Brigate del Popolo, le Fiamme Verdi, le Brigate Osoppo (legate sia alla DC che al Partito d’Azione) fu un fenomeno rilevante e per nulla marginale.
Una lettura del genere ha, d’altronde, caratterizzato il più complessivo antifascismo cattolico, spesso ridotto ad espressione di pura testimonianza morale (da Luigi Sturzo a Giuseppe Donati, da Francesco Luigi Ferrari a Igino Giordani, passando per Alcide De Gasperi e per il gruppo guelfo di Piero Malvestiti e Gioacchino Malavasi).
Naturalmente, ha largamente pesato in questo processo la conflittualità partitica nell’Italia postbellica. L’esperienza e la memoria della resistenza sono state spesso e per lungo tempo al centro del dibattito culturale e politico nazionale.
La rivendicazione di una partecipazione attiva e significativa, anche sotto il profilo quantitativo, a questa cruciale stagione di contrapposizione al nazismo e al fascismo repubblichino ha svolto una funzione di legittimazione per le nuovi classi dirigenti dell’Italia postfascista. Passare attraverso la fase resistenziale ha significato in molti casi una sorta di processo di purificazione e rigenerazione per coloro che avevano aderito al fascismo o per quelle generazioni che nell’orizzonte culturale e politico del regime erano cresciute e maturate. Al tempo stesso, il grande contributo di forze e uomini offerto dai comunisti (riuniti nelle Brigate Garibaldi) – unitamente alle scelte compiute dal partito comunista, dalla svolta di Salerno sino ai lavori dell’Assemblea costituente – aveva fornito ad essi una legittimazione nazionale che il contesto mondiale, in via di evoluzione ma che presto si sarebbe attestato sul tendenziale bipolarismo della guerra fredda, non avrebbe potuto dare.
La partecipazione alla resistenza acquisiva così un significato peculiare. Non si trattava solamente di una fase, pur fondamentale, della storia d’Italia ma la base di legittimità di uno Stato nuovo, da cui doveva emergere una nuova idea della società e del rapporto tra le masse e le istituzioni. Fu proprio intorno alle diverse e contrastanti interpretazioni e rappresentazioni della resistenza che si palesarono i conflitti tra i vari soggetti politici della eterogenea coalizione antifascista.
Lo Stato repubblicano disegnato nei lavori costituenti aveva certamente una propria base nell’antifascismo ma il nesso costituzione/resistenza veniva declinato in vario modo. I successivi sviluppi politici ed elettorali che portarono alla netta affermazione della Democrazia cristiana furono letti dai partiti di sinistra come una marginalizzazione radicale delle novità resistenziali. Si affermava la tesi di una continuità sostanziale con il fascismo, sia dal punto di vista istituzionale che da quello sociopolitico (il predominio della borghesia e del moderatismo).
In altre interpretazioni, pur riconoscendo le novità repubblicane rispetto al ventennio precedente, si sottolineava la continuità con le istituzioni prefasciste, con quella Italia liberale i cui limiti, secondo tali ricostruzioni, erano stati svelati proprio dall’affermazione del fascismo. Si andava costruendo così il mito della resistenza come “rivoluzione tradita”, come processo di profondo rinnovamento inesorabilmente bloccato da una restaurazione conservatrice.
I partiti della coalizione antifascista condividevano il mito della resistenza come secondo Risorgimento. Il Risorgimento politico che aveva portato all’unificazione italiana – interpretato come un processo di abili manovre diplomatiche e di fortuite circostanze a cui erano rimaste estranee le masse – trovava ora un suo compimento con il Risorgimento sociale, dove le masse erano state finalmente protagoniste. Soprattutto, le masse socialiste e cattoliche che erano rimaste lungamente ai margini dell’Italia liberale e monarchica avrebbero finalmente realizzato la propria piena integrazione nelle istituzioni dello Stato.
Le divergenze fondamentali nacquero, però, proprio sulla funzione ed il significato storico che veniva assegnato alla resistenza.
A giudizio del leader della DC, Alcide De Gasperi, essa era stata una fase cruciale della storia italiana ma doveva considerarsi a tutti gli effetti una fase conclusa. La stessa contrapposizione fascismo/antifascismo avrebbe dovuto trovare una composizione al fine di ricostruire finalmente una patria di tutti gli italiani, rinunciando alla nefasta dialettica nazione/antinazione che aveva caratterizzato il totalitarismo fascista. Spettava ora al popolo italiano indicare quali forze avrebbero dovuto guidare la democrazia italiana ed in quale direzione. Per la DC il secondo Risorgimento avrebbe avuto così il suo pieno completamento nelle elezioni del 18 aprile 1948, che segnarono il trionfo del partito unitario dei cattolici.
L’interpretazione dei partiti di sinistra fu all’opposto caratterizzata dalla tesi di una resistenza rimasta inespressa, di un “vento del Nord” affievolito e poi nullificato dal clerico-moderatismo della Chiesa cattolica e dal conservatorismo della borghesia industriale ed agraria. Il conflitto sulla rappresentazione e la memoria della resistenza divenne ben presto un terreno su cui combattere una guerra del consenso ed una guerra di legittimazione tra i partiti di massa dell’Italia repubblicana intrecciandosi con le oppositive dinamiche internazionali tipiche della guerra fredda. Sarebbe stata, dunque, la partecipazione alla guerra di liberazione a fornire la vera “patente di antifascismo”, indiscusso fondamento della Repubblica.
I riflessi di questo conflitto sul dibattito culturale e scientifico portarono la storiografia ad indagare più attentamente il complessivo fenomeno della resistenza, anche nei suoi aspetti meno conosciuti o apparentemente secondari. Si cominciarono a studiare movimenti politici come la sinistra cristiana o i cristiano-sociali, ad articolare la presenza dei cattolici anche in formazioni di altra matrice culturale e politica. Ancora di più, venne progressivamente sottoposto ad analisi il ruolo giocato nelle vicende resistenziali dal basso clero, dalle gerarchie e dai movimenti laicali ad esse legati.
Il dibattito, tuttavia, si arricchì in modo originale soprattutto quando le ragioni di una contrapposizione partitica vennero sostanzialmente meno; quando, cioè, la fine della guerra fredda e l’implosione del sistema partitico italiano cambiarono radicalmente lo scenario politico. Vennero così a maturazione alcune riflessioni più generali sulla resistenza come guerra civile, sulla categoria della morte della patria (simboleggiata dalla data dell’8 settembre 1943, giorno dell’annuncio dell’armistizio dell’Italia con gli angloamericani), sulla “zona grigia” costituita dai non combattenti (l’ampissima parte della popolazione non coinvolta in attività di azione diretta né sul versante partigiano né su quello repubblichino), che pure venne articolata e ricostruita in modo meno indifferenziato.
Si è conseguentemente discusso anche dell’incidenza di questi temi sulla debolezza di un sentimento unitario di appartenenza nazionale, sulla condivisione o meno di simboli e riti civili da parte di tutte le forze dell’arco costituzionale, sul peso e sui riflessi di questo uso strumentale ed oppositivo della vicenda resistenziale e della sua memoria.
Avendo, dunque, alle spalle una così complessa e lunga vicenda ricostruttiva, si è voluto in questo progetto ragionare sul contributo dei cattolici alla resistenza rinunciando a qualsiasi lettura autoreferenziale – quasi si trattasse di una resistenza nella resistenza, di una sorta di “altra” resistenza. Senza dimenticare le specificità e le peculiarità del contributo cattolico, si è profuso uno sforzo di tematizzazione in cui tale contributo potesse essere inserito all’interno del più ampio contesto in cui si è manifestato. La collaborazione antifascista, il rapporto con la storia nazionale, l’elaborazione del pensiero democratico (con tutte le questioni che poneva in riferimento al ruolo e alla dottrina della Chiesa cattolica), il contesto della seconda guerra mondiale, la dimensione europea del fenomeno resistenziale, la nascita e la cooperazione tra i partiti di ispirazione cristiana in Europa, il ruolo delle donne – e di quelle cattoliche nello specifico – nel contesto tumultuoso e generatore di epocali novità e mutamenti sociali della guerra: sono queste le tematiche di fondo che si è voluto analizzare e scandagliare per cercare di ricostruire un quadro ampio e complessivo senza rinunciare ad affrontare argomenti specifici.
Si è scelto così di coinvolgere studiosi esperti delle tematiche sopra riportate, chiamandoli ad offrire i risultati delle loro ricerche, dei loro studi, sempre privilegiando le connessioni, i rapporti, i legami tra i soggetti di volta in volta analizzati e il contesto storico generale, sia nazionale che internazionale – nonché in riferimento al peculiare piano ecclesiastico. Quattro macrotemi sono stati privilegiati: il contributo del clero (prof. Agostino Giovagnoli); il ruolo delle donne (prof.ssa Cecilia Dau Novelli); i nessi tra esperienza resistenziale e idea democratica (prof. Giorgio Vecchio); la rinascita di una coscienza europea (prof. Guido Formigoni). Per ogni tematica si è tentato di offrire un quadro articolato senza semplificazioni, cercando invece di restituire la complessità dei temi in modo comprensibile ad un pubblico vasto.
ARTICOLI - Spoglio giugno 1944 - aprile 1945
A breve saranno disponibili le immagini degli articoli
- Giugno 1944
06-06-1944
Con la liberazione di Roma si è iniziato il secondo fronte
07-06-1944
Il calvario della libertà
09-06-1944
Oltre Civitavecchia e verso Avezzano
10 -06-1944
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
11 -06-1944
Giuseppe Morosini
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
13 -06-1944
Estremo saluto
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
14 -06-1944
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
15 -06-1944
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
16-06-1944
L’Aquila, Orvieto e Terni occupate dall’ VIII armata
16 -06-1944
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
17-06-1944
Guerra in Toscana
17-06-1944
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
18 -06-1944
Teramo Foligno e Spoleto occupate
18 -06-1944
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
20 -06-1944
Roma sotto il tallone tedesco. Documentari
21 -06-1944
Perugia conquistata
22 -06-1944
Ascoli Piceno Occupata
23-06-1944
Gli alleati marciano su Macerata
25-06-1944
Fosse Ardeatine
27-06-1944
La V armata avanza oltre Piombino
27-06-1944
Resistenza dei romani
- Luglio 1944
01-07-1944
Chianciano, Montepulciano e Castiglion del lago occupate dalla VIII armata
05-07-1944
Raggiunte al nord del Trasimeno Truppe alleate occupano Cortona
05-07-1944
Anniversario di libertà
06-07-1944
Aspra battaglia per Livorno
07-07-1944
Bilancio di guerra linea gotica
08-07-1944
L’8 armata occupa Osimo
09-07-1944
Guerra civile di Guido Gonella
09-07-1944
Filottrano occupata dalle truppe italiane
10-07-1944
Guerra civile di Guido Gonella
20-07-1944
Ancona e Livorno oltrepassate
22-07-1944
Le forze italiane liberano Jesi
23-07-1944
Pisa e Senigallia. Fronte italiano
26-07-1944
Tre colonne alleate avanzano verso Firenze
29-07-1944
Senigallia è stata occupata
30-07-1944
Un messaggio di Sturzo al Popolo Romano
- Agosto 1944
11-08-1944
Italiani e polacchi liberano Francavilla
13-08-1944
Le campane di Palazzo Vecchio annunziano la liberazione di Firenze
15-08-1944
Giuseppe Donati / Guido Gonella
17-08-1944
Intrepida figura di Giuseppe Dossetti
18-08-1944
Firenze combatte ancora
Motivi di una lotta
23-08-1944
Don Giovanni Minzoni : 21 anni dopo l’eroico Sacrificio
- Settembre 1944
03-09-1944
Pisa occupata
05-09-1944
La Democrazia Cristiana per la liberazione di Firenze
06-09-1944
Gli alleati entrano a Riccione
07-09-1944
Le squadre della Democrazia Cristiana nella liberazione di Firenze
08-09-1944
Anniversario dell’Armistizio
Prato occupata. Sulla linea gotica
08-09-1944
I funerali del generale Simoni. Vittima dei nazi-fascisti
12-09-1944
Pagine gloriose di storia di oggi
17-09-1944
La responsabilità Balbo nell’assassinio di don Minzoni
20-09-1944
Raffaele Persichetti. ricordo di un eroe
23-09-1944
Occupata Rimini dall’VII armata
26-09-1944
I tedeschi abbandonano le località del Piemonte. Guerra partigiana
27-09-1944
Gli alleati oltre il Rubicone. Guerra in Italia
27-09-1944
Un’associazione unitaria dei partigiani
29-09-1944
Rimini distrutta
- Ottobre 1944
04-10-1944
Alleati e patrioti contro la difesa tedesca
05-10-1944
Manifesto dell’associazione nazionale partigiani
08-10-1944
200 mila patrioti contro i nazi fascisti: il contributo italiano alla liberazione della penisola
08-10-1944
Il Messaggio di don Sturzo agli Italiani
13-10-1944
Guerra alla Germania. 13 ottobre 1943/Guido Gonella
17-10-1944
Tra il crollo dello stato totalitario e il sorgere dello stato democratico: Discorso di Tupini
24-10-1944
Cervia occupata dell’Ottava armata
27-10-1944
Forlinpopoli occupata. Contributo dei patrioti
- Novembre 1944
03-11-1944
I morti ci comandano di restaurare la patria
Lotta in Italia : battaglia per l’aeroporto di Forlì
04-11-1944
"La "Vittoria"" / Andreotti Giulio
05-11-1944
Libertà e unità / Gonella Guido
07-11-1944
Dalle guerre nazionali alle guerre civili"/ Gonella Guido
09-11-1944
Barbarie naziste in toscana
10-11-1944
Renato Vuillermin nella luce della sua vita e del suo sacrificio / Giuseppe Spataro
11-11-1944
Gli alleati entrano a Forlì. La minaccia americana su Mezt
Per le strade della guerra in Italia
14-11-1944
Sacrificio dell'Italia nei piani di guerra degli alleati. Bilancio di sei mesi di lotta"
16-11-1944
Glorie Italiane nella guerra di liberazione
18-11-1944
Gli alleati si avvicinano a Ravenna e a Faenza
Con i soldati italiani al fronte
22-11-1944
Cronache del nazifascismo
Italiani in prigionia
23-11-1944
La Garibaldi chiede il rimpatrio
24-11-1944
La divisione Friuli per le vie di Roma
Particolari premure del Papa per i nostri prigionieri in Germania
24-11-1944
Violenta battaglia tra patrioti e nazisti a Bologna
26-11-1944
Il popolo che combatte
La guerra passa attraverso le città del silenzio
- Dicembre 1944
01-12-1944
Truppe della V Armata a Casola Valsenio, 1944
L'assassinio di Don Minzoni
05-12-1944
Lo stato partigiano in Val di Taro
06-12-1944
Ravenna è libertà
10-12-1944
Don Sturzo e l’Italia
13-12-1944
Come combattono i patrioti romagnoli: il nuovo martirologio del clero
14-12-1944
Il Calvario di Modena
17-12-1944
Con i partigiani della Democrazia cristiana
19-12-1944
Valore del contributo italiano alla guerra
23-12-1944
Bagnacavallo occupata
La prima impresa di Koch a Roma
24-12-1944
Patrioti della val D’ Aosta
27-12-1944
la battaglia per la nostra liberazione / Ercole Chiri
28-12-1944
L’ora del popolo / Gonella
- Gennaio 1945
06-01-1945
Continua la spinta alleata verso le valli del Comacchio
I lavoratori del nord contro i nazisti
07-01-1945
Le quattro libertà / Gonella
L’offensiva in Italia continuerà
12-01-1945
Il vescovo di Arezzo racconta: i tedeschi hanno commesso sacrilegi e profanazioni senza nome
Notizie dall’Italia occupata: Scioperi a Milano e Torino, battaglie contro i nazifascisti in Liguria
13-01-1945
Ripresa di attività sul fronte italiano
16-01-1945
L’appello della patria
19-01-1945
Nella tana degli sciacalli
Sul fronte adriatico
20-01-1945
Le nuove unità italiane combattono con l’VIII armata
21-01-1945
Un anno dallo sbarco di Anzio
23-01-1945
Don Sturzo risponde a Winston Churchill
Discorsi de De Gasperi a Salerno, Amalfi e Nocera
24-01-1945
Fare la pace con l’Italia / Gonella
La frontiera italo-jugoslava
Truppe italiane schierate sul Senio
27-01-1945
Dialogo con gli universitari
23-01-1945
I tedeschi richiamerebbero forze dall’Italia
- Febbraio 1945
01-02-1945
La tragicommedia dell’indecisione
03-02-1945
L’attività terroristica di Manlio Petragnani
03-02-1945
Riflessione sull’idea di partiti / Andreotti
09-02-1945
Pace provvisoria / Sturzo
L’Italia ha chiesto ai sui alleati di rivedere le posizioni
10-02-1945
Castel Gandolfo balcone aperto sulla battaglia
L’armistizio segreto
11-02-1945
Contro ogni estremismo di destra e di sinistra
14-02-1945
Il punto morto della cobelligeranza / Sturzo
La tragedia di Faenza
16-02-1945
La Dc nella lotta per la libertà
L’assassinio dei fratelli Rosselli rievocato da Ceruti
17-02-1945
Tutte le forze italiane per l’opera ricostruttiva
Novità sul fronte italiano
18-02-1945
I nostri partigiani raccontano
Partigiani
20-02-1945
La giornata del soldato e del partigiano
21-02-1945
Cinque divisione tedesche avrebbero lasciato l’Italia
22-02-1945
Gravi episodi di violenza e di fazioni
23-02-1945
Spirito della democrazia / F. M. Dominedò
27-02-1945
Per l’Italia alleata / M. Cingolani
- Marzo 1945
15-03-1945
L’avventura di un fucilato
16-03-1945
Un anno dalla sciagura
Cassino scudo e vessillo
Cerimonia attraverso i ruderi
17-03-1945
Esercito e patrioti
18-03-1945
A Caulonia domina il terrore
20-03-1945
Particolari sui fatti di Roccaforte del Greco: l’inchiesta per i delitti di Caulonia
22-03-1945
Come si combatte e come si vive al nord
23-03-1945
I volontari della liberta nell’Italia occupata
Appello agli italiani del card. Salotti
24-03-1945
Le fosse ardeatine La marcia dell’umanità
Ricordo del 24 marzo 7 / Luigi Sturzo
25-03-1945
Cose di Resistenza. Tra le insidie delle pattuglie tedesche
29-03-1945
Speculazioni e calunnie sui fatti di Caulonia
30-03-1945
La verità su Don Amato martire dell’idea cristiana: i fatti di Caulonia
13-03-1945
Ferma resistenza alle forze della sopraffazione
La lotta partigiana nel nord
- Aprile 1945
06-04-1945
Un cattolico garibaldino
07-04-1945
Trieste è italiana
Convegno dei comitati di liberazione
08-04-1945
Ricordo di Don Morosini
Il centro dell’antinazismo cattolico
11-04-1945
La battaglia nel settore di Lugo
14-04-1945
L’assalto alla città di Imola
15-04-1945
Truppe alleate combattono nelle strade di Imola
17-04-1945
Perché non si ha fiducia nell’Italia / Luigi Sturzo
18-04-1945
L’Italia ha duramente pagato
19-04-1945
Gli alleati convergono su Bologna
I partigiani sono in azione dal Piemonte all’Emilia
20-04-1945
La gabbia e il filo / luigi Sturzo
21-04-1945
La liberazione di Bologna può dirsi imminente
Classe dirigente e Democrazia / F.M. Dominedò
22-04-1945
La liberazione di Bologna è il principio della vittoria finale in Italia per i partigiani del Nord
24-04-1945
Gli alleati sul Po
25-04-1945
Il Po attraversato
26-04-1945
Il crollo tedesco in Italia
Nostalgia di terra lontana / Carlo Trabucco
L’Italia rivendica i propri sacrifici
27-04-1945
L’Italia è insorta
Radio Milano libera trasmette
L’Adige varcato
Mussolini catturato a Pallanza
28-04-1945
Mussolini e la sua Banda catturati
3.500 patrioti dell’Emilia consegnano le armi
Gli americani a Genova liberata
Realtà e prospettive / Guido Gonella
Come Milano si è arresa
Una manifestazione di popolo
29-04-1945
Bergamo Brescia Rovigo occupate dagli alleati
La democrazia Cristiana ai gloriosi fratelli del Nord
I patrioti ovunque all’offensiva
Verso la Fine / Carlo Trabucco
Saluto alle donne del nord
30-04-1945
Alleati in vista di Trieste
Come è stato fucilato Mussolini
Don Sturzo agli Italiani
Giustizia / Gonella
Avanzata su tutti fronti
Il comizio in piazza S Apostoli per la liberazione del Nord
La parola di Pio XII
Josef Mayr-Nusser nacque il 27 dicembre 1910 a Bolzano.
Fin da ragazzo dimostrò una forte religiosità e dedicò una grande attenzione verso i poveri, diventando membro delle Conferenze di San Vincenzo. Accrebbe la sua formazione leggendo in autonomia grandi autori spirituali e aderì all’Azione Cattolica proprio mentre l’associazione era apertamente osteggiata dal regime fascista. Di fronte alla questione delle “opzioni” dell’Alto Adige, invitò i suoi conterranei a rimanere e aderì al movimento di resistenza intitolato all’eroe Andreas Hofer. Si sposò il 26 maggio 1942 con Hildegard, una sua collega di lavoro alle manifatture Eccel, che l’anno dopo gli diede un figlio, Albert. Arruolato a forza nell’esercito nazista, sopportò l’indottrinamento e le esercitazioni militari, finché, la mattina del 4 ottobre 1944, non dichiarò apertamente che non intendeva giurare fedeltà a Hitler, per non sostituire il culto dovuto solo a Dio con quello della personalità del capo politico tedesco. Avrebbe dovuto essere trasferito al campo di Dachau, ma morì lungo il tragitto, il 24 febbraio 1945, a causa della dissenteria e della febbre.
La diocesi di Bolzano-Bressanone ha seguito la sua causa dal 24 febbraio 2006 al 19 marzo 2007. L’8 luglio 2016 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Josef Mayr-Nusser veniva ufficialmente dichiarato martire. La sua beatificazione è stata fissata al 18 marzo 2017 nel Duomo di Bolzano. La sua memoria liturgica cade il 3 ottobre, il giorno prima dell’anniversario del giorno in cui lui scelse di obbedire a Cristo, ma non a Hitler. I suoi resti mortali riposano dal 1958 nella chiesa di San Giuseppe a Stella di Renon.
La Resistenza di Joseph Mayr Nusser
Nel corso del ventennio fascista, il regime aveva imposto all’Alto Adige un pesante processo di italianizzazione. La popolazione – maggioritaria – di lingua tedesca poteva svolgere molte attività soltanto in segreto, poiché era proibito ai tirolesi coltivare le proprie tradizioni e usare la propria lingua, per integrarli completamente nella società italiana.
Con l’accordo del 1939 fra Mussolini e Hitler sulle “Opzioni” la situazione precipitò: chi voleva mantenere la propria identità etnica poteva trasferirsi in Germania e chi restava invece doveva adeguarsi.
Tra convinzioni o minacce, l’80% della popolazione decise di andarsene. Josef non solo volle rimanere, ma, con la collaborazione dei circoli cattolici di Bolzano e della maggioranza del clero locale, cercò di convincere la gente a non partire, in completo disaccordo con il vescovo di Bressanone, monsignor Geisler, che optò per la Germania.
I motivi per restare erano le notizie che giungevano dal Reich, per niente confortanti, insieme all’aperta persecuzione anticristiana da parte di Hitler. Tuttavia, la vita non era ugualmente facile per i “Dableiber” (gli altoatesini di lingua tedesca rimasti in Italia), a causa delle repressioni e delle limitazioni che dovevano soffrire. Erano sostenuti solo dal movimento di resistenza “Andreas Hofer-Bund” al quale Josef aderì, offrendo anche una pertinenza del suo maso per gli incontri.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Alto Adige divenne provincia del Terzo Reich, compresa nell’amministrazione militare dell’Alpenvorland. Nel successivo settembre 1944, quando ormai tutto stava per crollare, il Führer, nell’intento di difendere fino all’ultimo il suo regime, ordinò di arruolare quanti più uomini possibile. Così Josef, insieme a tanti altri Dableiber, si trovò arruolato nelle file delle Schutz-Staffeln o SS, votate anima e corpo al Führer e ai suoi progetti. Il 7 settembre i giovani vennero inviati a Konitz in Germania, dove furono sottoposti a un addestramento mirato al combattimento e all’indottrinamento politico.
Il 4 ottobre 1944 le reclute furono schierate per prestare il giuramento che le impegnava totalmente alla causa di Adolf Hitler. Il maresciallo lesse la formula prescritta e alla fine chiese nel silenzio totale: «Tutto chiaro?» Solo la recluta Mayr-Nusser chiese di parlare: «Signor maresciallo, io non posso giurare questo». All’ufficiale incredulo che gli chiedeva il perché, rispose: «Per motivi religiosi». Gli fu detto di mettere tutto per iscritto: fra lo stupore di alcuni e la rabbia di altri, Josef firmò quella che doveva essere la sua condanna a morte.
Venne imprigionato in attesa di giudizio: trascorse le giornate pelando patate e spaccando legna, ma anche pregando. Quando glielo permisero, scrisse alla moglie Hildegard struggenti lettere di amore per lei e per il piccolo figlioletto Albert, ma sempre ben fermo nel testimoniare la sua fede in Cristo, non nel dittatore.
Il viaggio di trasferimento verso il campo di Dachau, dove fu destinato, venne effettuato con altri 40 condannati a morte, rinchiusi in un vagone. Lungo il tragitto, Josef morì, stremato dalla fame e dal freddo, a Erlangen, il 24 febbraio 1945, a pochi mesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Lo scarno comunicato trasmesso il 5 aprile 1945 a Renon sopra Bolzano, dove la famiglia si era rifugiata, parlava di sopravvenuta broncopolmonite.
I suoi ultimi giorni sono stati descritti oltre trent’anni dopo da un ex soldato tedesco, che scortava i condannati verso Dachau. Fritz Habicher, questo il suo nome, scrisse alla vedova Hildegard una lettera che si concludeva così: «Josef Mayr-Nusser è morto per Cristo, ne sono certo, anche se me ne sono reso conto solo 34 anni dopo… Anche se non è molto che le posso raccontare, sono comunque convinto che ho vissuto quattordici giorni insieme ad un santo, che oggi è il mio più grande intercessore presso Dio».
Nel suo racconto Josef è descritto come sempre disponibile ad offrire parte del suo cibo agli altri, a donare un sorriso e una parola di speranza, pur stremato dalla fame e dal dolore, mentre le sue forze si andavano man mano spegnendo. Tra le sue poche cose furono trovati un Vangelo, un messale e una corona del Rosario.
Tredici anni dopo la morte, le sue spoglie furono traslate da Erlangen a Stella di Renon, precisamente nella chiesa di San Giuseppe.
Per approfondire:
R. Iblacker, Non giuro a questo Führer. Un testimone della libertà e del pensiero e vittima del nazismo, Bolzano-Innsbruck, Sono edizione, 1990
A. Langer, Josef Mayr-Nusser: martire sudtirolese. Dovete essermi testimone fino alla fine del mondo in Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Palermo, Sellerio, 1996
Josef Mayr-Nusser. Discorsi, articoli e lettere di un martire del nostro tempo-Vortäge, beiträge, briefe eine Märtyrers unserer Tage, a cura di
F. Comina, L'uomo che disse no a Hitler. Josef Mayr-Nusser, un eroe solitario, Trento, il Margine, 2014
Profilo sul sito della Diocesi di Bolzano Bressanone