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Seconda Guerra Mondiale. 8 settembre 1943: l’annuncio dell’Armistizio lascia senza istruzioni i militari italiani che dal 10 giugno 1940 combattono al fianco dei tedeschi sui fronti di guerra in Francia meridionale, Grecia, Russia, Balcani, ma anche in Italia. I soldati del Regio esercito si ritrovano allo sbando, oltre un milione vengono disarmati dai tedeschi, più di 800.000 sono fatti prigionieri e sottoposti a pressanti richieste di collaborazione, prima con la Wehrmact poi con la Repubblica di Salò. La maggior parte di loro, oltre 650.000, oppone un “NO!” netto in seguito al quale vengono avviati verso i lager del Terzo Reich dove, pur essendo prigionieri di guerra, acquisiscono lo status di IMI-Internati Militari Italiani, voluto da Hitler e Mussolini per eludere la tutela delle convenzioni internazionali e giustificare il fatto che gli italiani fossero prigionieri dell’alleato tedesco.